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Channel: MeteoAM.it - Servizio Meteorologico Aeronautica Militare - Stagione in corso
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Bollettino mensile Dicembre 2014

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Il mese di Dicembre 2014 è stato caratterizzato, nel suo complesso, da anomalie positive di temperatura rispetto al CliNo’61-90, più lievi al Centro-Sud, e più marcate sulle regioni settentrionali. Le precipitazioni cumulate nello scorso mese hanno avuto, invece, normali fluttuazioni intorno alle medie climatologiche del periodo, con un surplus al Centro, al Nord e sulla Sicilia, e un deficit sulle restanti regioni meridionali.
Il quadro sinottico sullo scenario euro-mediterraneo è stato dominato da un promontorio sub-tropicale di blocco sul vicino Atlantico, che ha consentito un flusso occidentale e una circolazione sulle nostre regioni con curvatura ciclonica inizialmente più debole, e mano a mano più pronunciata. Nel corso del mese l’Italia ha visto il passaggio di cinque perturbazioni successive, l’ultima delle quali il giorno 31, caratterizzata da un notevole approfondimento della saccatura pre-esistente, con un minimo barico che si è posizionato sullo Ionio, e un conseguente rapido abbassamento delle temperature anche molto al disotto delle medie del periodo per effetto dell’irruzione di aria fredda dal Nord Europa.
A conferma della variabilità climatica del mese vi è l’elevato numero di record storici che si sono verificati (relativamente agli ultimi 63 anni di misurazioni), che hanno riguardato sia gli estremi superiori che inferiori in special modo delle temperature minime. In particolare si segnala che su ben 13 località è stato raggiunto il record storico degli estremi superiori delle temperature minime mensili (citiamo, ad esempio, Dobbiaco (BZ), con -2.4°C, contro i -4.5°C del Dicembre 2013), mentre su altre 12 sono stati registrati i record degli estremi superiori delle temperature minime giornaliere (segnaliamo, ad esempio, Torino/Caselle con i 7.8°C del giorno 1, +2°C rispetto all’ultimo record risalente al 1953), e che sono stati registrati principalmente sulle regioni settentrionali. Di particolare rilievo sono stati i record storici degli estremi inferiori delle temperature minime giornaliere raggiunti sulle coste tirreniche meridionali, tutti riferibili al giorno 31, con Bonifati che è passato dai -3.8°C del 2001 ai -4.0°C, Messina che è passata da 0.8°C del 2001 a 3.0°C, e Trapani/Birgi che è passata da 0.6°C, sempre del 2001, a 1.2°C).
Gli episodi di precipitazione cumulata più significativi si sono verificati nei primi giorni del mese  sul settore adriatico settentrionale e sulla Campania settentrionale (citiamo ad esempio il record storico su Ravenna/Punta Marina del giorno 3, in cui sono stati registrati 75.2 mm di precipitazione cumulata, contro l’ultimo record del 3 Dicembre 1997 di 53.6 mm).

 

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Bollettino mensile Gennaio 2015

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Il mese di Gennaio 2015 è stato caratterizzato da campi barici elevati associati a promontori durante la prima decade; successivamente il geopotenziale a 500 hPa ha evidenziato una flessione dovuta al transito di alcune saccature pronunciate, che hanno generato persistenti correnti prevalentemente nord-occidentali. I mari intorno all’Italia, ancora relativamente caldi in relazione al periodo considerato, hanno reso umidi e piovosi tali flussi.

Si sono pertanto raggiunte temperature mediamente più alte ovunque, tanto nei valori minimi quanto in quelli massimi e si sono presentati episodi alluvionali sulle regioni meridionali, in particolare sulle zone basso tirreniche. Le principali situazioni di eventi piovosi molto intensi sono state determinate infatti, dal punto di vista sinottico, da irruzioni di aria fredda umida di origine nord europea, con un andamento depressionario sul vicino Atlantico o sul Mediterraneo Occidentale, causa di frequenti flessioni nei valori di pressione e di tipiche condizioni di tempo marcatamente perturbato. In evidenza è risultata una serie di saccature, estese sino ad interessare, in più occasioni, il continente africano, che ha determinato a mesoscala, flussi occidentali prefrontali con linee di convergenza e forte instabilità.

La mappa delle anomalie termiche mostra valori positivi piuttosto spiccati sul Centro-Nord per le temperature minime e massime. Le medie mensili delle temperature, sia massime che minime, hanno assunto valori più alti di quelli tipici del periodo (riferimento climatico 1961-1990). A tal riguardo è tuttavia interessante evidenziare che, limitatamente alla serie storica degli ultimi 64 anni di operatività della rete osservativa AM/ENAV, non sono stati ivi raggiunti o superati i valori estremi superiori della media mensile delle temperature massime e della media mensile delle temperature minime. Per quanto riguarda gli estremi superiori giornalieri, le massime hanno fatto registrare i valori record su 2 stazioni (Mondovì: 24.8 °C il 10 gennaio, il record precedente del 19 gennaio 2007 era 23.4 °C; Crotone: 24.9 °C il 13 gennaio, il record precedente era 21.0 °C il 29 gennaio 1987) e le minime anche su 2 stazioni della rete (Genova Sestri: 13.8 °C il 1 gennaio, il record precedente del 21 gennaio 2007 era 13.3°C; Capo Caccia: 14.8 °C il 1 gennaio, il record precedente era 14.2 °C il 19 gennaio 2007).

Il quadro delle precipitazioni ha presentato un’anomalia positiva sul Centro-Sud, in particolare sulla Sicilia ma anche su Campania e Puglia. Non si sono tuttavia registrati valori estremi nella precipitazione cumulata mensile. La stazione meteo di Gioia del Colle ha superato invece, il giorno 18, con 93.4 mm, il precedente record di precipitazione cumulata giornaliera di 70.0 mm risalente al 17 gennaio 1978. Altri rilevanti picchi di precipitazione, dell’ordine di 30 mm giornalieri, si sono avuti a Catania, Grazzanise, Napoli, Decimomannu. La natura temporalesca dei fenomeni precipitativi sopra descritti è suffragata dall’incidenza elevata di scariche elettriche sui mari Ionio e basso Tirreno evidenziata dalla mappa di densità delle fulminazioni
 

 

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Bollettino mensile Febbraio 2015

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Il mese di Febbraio 2015 è stato caratterizzato da una circolazione atmosferica sull’Italia a prevalente regime ciclonico, ovvero da tempo perturbato, nel corso della prima e terza decade. In particolare, verso la fine della prima settimana la nostra penisola è stata interessata da forti nevicate al nord, in Abruzzo e Molise e da consistenti mareggiate lungo le coste adriatiche. La seconda decade sull’area di nostro interesse è stata, invece, contraddistinta da configurazioni di pressione atmosferica più alta e livellata che hanno determinato condizioni di tempo generalmente più stabile.

Le temperature del mese nel complesso non si sono discostate in maniera significativa dai valori tipici del periodo, con la prima decade un po’ più fredda dei valori di riferimento 1961-1990 (ad esempio, la media delle temperature massime è stata più bassa di 4°C a Grosseto e di 3°C a Prizzi (PA) dei valori climatici, che sono rispettivamente di 13°C e di 7,5°C) e la terza decade leggermente più calda (con la temperatura minima media più alta, ad esempio, a Treviso di quasi 5°C e a Cervia di quasi 4°C dei valori climatici, che sono rispettivamente di 0.3°C e di 0,9°C). Non sono stati raggiunti o superati gli estremi storici di temperatura, relativamente al periodo 1951-2015, su nessuna stazione meteorologica della rete AM/ENAV.

Le precipitazioni sono state decisamente più elevate della media climatologica del periodo su Sicilia e, localmente, Emilia Romagna. Sulle altre regioni le differenze con i valori climatici di riferimento (1961-‘90) sono state debolmente positive o nulle, con locali eccezioni su settore nord-orientale, zone centrali interne e Puglia settentrionale, dove sono state leggermente negative.
Nel corso del mese sono stati superati i record storici, con riferimento al periodo 1951-2015, per i valori cumulati giornalieri e mensili di precipitazione rispettivamente su 3 ed 11 stazioni della rete osservativa AM/ENAV. In particolare, le  stazioni meteo di Gela (CL), Prizzi (PA) ed Enna hanno rilevato quantitativi di pioggia mensili che hanno superato i massimi storici dal 1951, con valori misurati rispettivamente di 234,5 mm (precedente estremo 191,2 mm), 265.1 mm (precedente estremo 153,5 mm) e 246,2 mm (precedente estremo 178,8 mm). Un altro esempio interessante da citare è quello della stazione meteo di Punta Marina (Ravenna), dove è stato superato sia l’estremo giornaliero, che passa da 37,4 a 42,6 mm, che quello mensile, da 124,5 a 224,6 mm.
 

 

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Bollettino mensile Marzo 2015

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Il mese di Marzo 2015 è stato caratterizzato sull’Italia da veloci passaggi di perturbazioni che hanno interessato principalmente le regioni tirreniche e il sud Italia, isole comprese. In particolare, sono da evidenziare almeno due episodi di tempo perturbato: il primo associato ad un flusso proveniente da nord-ovest, che ha generato una profonda depressione sul tirreno centrale causando precipitazioni nevose su Marche, Abruzzo e Molise e forti venti, fino a livello di burrasca, al centro-nord, segnatamente in Toscana, Marche ed Emilia Romagna. Un secondo episodio di tempo perturbato ha colpito, verso la fine del mese, la parte più meridionale della Penisola ed in modo più significativo le isole maggiori.

Le temperature del mese, nel complesso, sono state leggermente più elevate dei valori di  riferimento 1961-1990. In particolare, nel corso della prima decade la media delle temperature massime è stata più alta di 3,7°C a Treviso Sant’Angelo e di 3,9°C a Capo Mele (SV) dei valori climatici, che sono rispettivamente di 11,2°C e di 12,6°C. La terza decade ha fatto registrare quasi ovunque valori di temperatura minima più elevati della media climatica, con valori dello scostamento che a Monte Cimone (MO) e a Capo Bellavista (OG) hanno raggiunto rispettivamente i 3,1°C e i 4,4°C (medie del periodo rispettivamente di -4,1°C e 9,9°C). A titolo di esempio, è da citare la stazione meteorologica di Mondovì (CN) poiché la temperatura ha ivi raggiunto i 27°C, superando l’estremo giornaliero precedente di 26° C, registrato nel 2012 e riferito al periodo 1951-2015.
Durante la seconda decade, invece, la circolazione atmosferica a prevalente componente orientale ha determinato sulla fascia adriatica centro-meridionale valori di temperatura più bassi di circa 2°C rispetto alla media climatica (ad esempio, su Gioia del Colle e Lecce).

 
Le precipitazioni sono state più elevate della media climatologica del periodo sulla maggior parte delle regioni centro-meridionali. Sulle altre regioni le differenze con i valori climatici di riferimento (1961-‘90) sono state pressoché nulle, ad eccezione del settore nord-occidentale dove sono state leggermente negative.

Nel corso del mese sono stati superati i record storici, con riferimento al periodo 1951-2015, per i valori cumulati giornalieri e mensili di precipitazione rispettivamente su 5 e 4 stazioni della rete osservativa AM/ENAV. In particolare, le  stazioni meteo di Civitavecchia (RM), Viterbo (VT), Monte Terminillo (RI), Capo S. Lorenzo (CA) hanno rilevato quantitativi mensili di pioggia che hanno superato i massimi storici dal 1951, con valori misurati rispettivamente di 188.2 mm (precedente estremo 157.4 mm), 137.6 mm (precedente estremo 118.6 mm), 177.1 mm (precedente estremo 134.0 mm) e 211.4 mm (precedente estremo 153.7 mm).

 

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Bollettino mensile Aprile 2015

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Il mese di Aprile 2015 è stato caratterizzato sull’Italia da un’iniziale irruzione di aria instabile fresca ed umida di origine nord atlantica che ha poi ceduto il passo ad un flusso nord-orientale lievemente instabile ma piuttosto freddo. Tale prima decade del mese ha successivamente lasciato la scena ad un sostanziale livellamento del campo barico che ha dato origine ad un regime anticiclonico abbastanza solido e sostenuto. Esso ha determinato una seconda decade piuttosto stabile e con scarsi eventi precipitativi. La parte finale del mese è stata quindi caratterizzata da veloci passaggi di perturbazioni che hanno interessato principalmente le regioni tirreniche e il sud Italia, isole comprese. In particolare, sono da evidenziare almeno due situazioni di tempo marcatamente perturbato: il primo, ad inizio mese, associato ad un flusso di provenienza nord-occidentale, che ha generato una profonda depressione sul Tirreno centrale causando precipitazioni, persino nevose, su Marche, Abruzzo e Molise e forti venti, fino a livello di burrasca, al centro-nord, particolarmente in Toscana, Marche ed Emilia Romagna. Un ulteriore episodio di tempo perturbato ha colpito, verso la fine del mese, la parte più meridionale della Penisola ed in modo più significativo le isole maggiori, parte terminale di un più complesso sistema che è risultato alla base di questa ulteriore tendenza a tempo perturbato che ha segnato la terza decade.

Le temperature del mese, nel complesso, dopo una prima decade ‘fredda’, sono state leggermente più elevate dei valori di  riferimento 1961-1990. Tanto si evince considerando il complesso delle anomalie di temperatura massima, che riporta un valore positivo più spiccato sulle aree continentali del centro-nord e sulla Sardegna orientale, valori lievemente negativi soltanto su sporadiche zone del versante adriatico (Puglia e Romagna). Con particolare riferimento alla seconda e terza decade la media delle temperature massime mensili è stata segnalata più elevata dalle stazioni di Monte Terminillo (RI), registrando 8.9°C (il precedente record del 2014 era di 7.6°C), e di Grazzanise (CE), registrando 21.3°C (il precedente record del 2007 era di 21.1°C). Le temperature minime mediate sul mese hanno fatto registrare un andamento di tendenza analogo a quello delle massime proponendo, dopo la prima decade, un’anomalia sostanzialmente positiva, eccetto che sulle regioni nord-orientali e sulla Sardegna settentrionale, con record evidenziati a Frosinone (FR) con 9.2 °C (il precedente record del 2011 era di 8.5°C) ed Ustica (PA) con 13.8°C (il precedente record del 2007 era di 8.5°C).

Il regime precipitativo riferito al mese di Aprile 2015 ha evidenziato un’anomalia quasi nulla o lievemente negativa pressoché ovunque (ciò risulta tanto più rimarchevole dal confronto con il ‘piovoso’ Aprile 2014) con eccezioni sulle regioni del medio-alto versante adriatico, in particolare la Romagna ed il basso Veneto, ove le anomalie precipitative relative hanno evidenziato gli unici valori superiori a quelli di riferimento del trentennio 1961-1990 a Cervia (RA) e Venezia Tessera (VE). Le precipitazioni sono state dunque qui più elevate della media climatologica del periodo registrando su Venezia Tessera(VE) un record sugli estremi cumulati giornalieri di 186.8 mm ed uno analogo sulla media mensile di ben 1183.0 mm.

A chiusura del prospetto ed a compendio di quanto esposto, risulta importante desumere, dai dati di fulminazione riferiti alle tre decadi, che, a fronte di una sostanziale bassa attività elettrica, gli episodi più significativi si riferiscono alla prima ed alla terza decade, con evidenza sui bacini meridionali, in particolare lo Ionio ed il basso Adriatico.

 

 

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Bollettino mensile Maggio 2015

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Concluso Aprile con il passaggio di alcune perturbazioni atlantiche che hanno portato sul nostro Paese precipitazioni diffuse, specie al nord e sulle regioni tirreniche, il mese di Maggio, si è aperto, con un flusso occidentale ed un tipo di tempo piuttosto secco e stabile, che ha mantenuto tuttavia una qualche vivacità sull'area alpina e prealpina. L'anticiclone termico posizionato sulle Azzorre e sull'Africa settentrionale ha richiamato sul Mediterraneo aria subtropicale, determinando una graduale risalita delle temperature. A metà mese si è verificato un cambio di circolazione, con la ripresa di perturbazioni e l’ingresso di correnti più fresche provenienti dall’Europa settentrionale, che hanno riportato temperature e precipitazioni ai valori tipici della media stagionale. Queste ultime hanno, localmente, assunto forte intensità.

 

Sono, in particolare, da segnalare i seguenti eventi:

◦     giorno 15: intensi nubifragi nel Varesotto a Cameri e Milano Malpensa (108 mm).

◦     giorni 22-23:  brusco calo delle temperature al centro-nord e diffuso maltempo al nord-est, Emilia-Romagna, Marche ed Abruzzo.  

◦     giorno 27: violenta grandinata a Roma; nubifragi, allagamenti e tromba d'aria nel Maceratese.

 

Nonostante il passaggio delle perturbazioni la quantità delle precipitazioni cumulate si è mantenuto, su base mensile, quasi ovunque un poco inferiore alla media.

 

 

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Bollettino mensile Giugno 2015

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Il mese di Giugno 2015 sull’Italia è stato caratterizzato nel complesso da una prevalenza di condizioni di instabilità atmosferica, con associati fenomeni temporaleschi, intervallate da brevi fasi in cui un temporaneo consolidamento dell’anticiclone estivo sull’Europa occidentale ha determinato condizioni atmosferiche in generale più stabili.  

La prima settimana del mese è stata caratterizzata sull’Europa occidentale e l’Italia centro-settentrionale da una configurazione barica di alta pressione e quindi da prevalenti condizioni di bel tempo e stabilità. Sull’Italia meridionale, invece, una debole circolazione ad andamento ciclonico ha comportato il richiamo di aria fresca dai quadranti orientali e, dunque, condizioni di instabilità con associati fenomeni temporaleschi sparsi, in particolare sulle zone interne. E’ seguita una nuova fase durante la quale l’intrusione di aria dai quadranti orientali si è estesa anche alle regioni del centro-nord, determinando diffuse condizioni di instabilità ed intensi temporali pomeridiani e serali a carattere sparso un po’ su tutta la penisola, con manifestazioni che localmente hanno assunto carattere di forte intensità. Tra i giorni 10 e 11 si assiste ad un generale, anche se temporaneo, aumento della pressione seguito da un peggioramento sul nord-ovest nei giorni 12-13, in estensione al centro e al nord-est nei giorni 14-15. Tale peggioramento è stato determinato da correnti atmosferiche sud-occidentali sul Mediterraneo occidentale, flusso collegato ad una struttura depressionaria in approfondimento sulla penisola Iberica. Nei giorni 16-17 tale struttura di bassa pressione transita sull’Italia, determinando condizioni di generale maltempo. Nei giorni 19-21 una perturbazione di provenienza nord-europea lambisce le nostre regioni orientali. Nei giorni 22-24 una nuova perturbazione interessa dapprima il nord e poi le regioni centrali, permanendo ad influenzare le regioni meridionali adriatiche e ioniche fino al giorno 26. La fine del mese è contraddistinta da una generale risalita della pressione e della temperatura sull’Europa occidentale, con l’Italia interessata dal bordo orientale dell’anticiclone e quindi da correnti settentrionali più fresche.

 

Nel complesso, però, le temperature del mese sono state più elevate della media climatica del periodo (con riferimento al trentennio 1961-1990). La prima decade è stata quella più calda del mese, in particolare sulle regioni centro-settentrionali, dove lo scostamento medio delle temperature massime dai valori climatici di riferimento è stato di circa 5 °C, ma che in alcune località ha raggiunto e perfino superato i 7 °C. La seconda decade ha fatto registrare valori dello scostamento meno pronunciati e la terza decade è stata caratterizzata da valori delle temperature vicini alla media del periodo, con locali eccezioni su Puglia e Sicilia per valori leggermente al di sotto dei riferimenti climatici. I valori estremi superiori della media mensile della temperatura massima sono stati leggermente superati, relativamente alla serie storica degli ultimi 64 anni, su 3 stazioni della rete osservativa A.M./E.N.A.V, in particolare: Pian Rosà (AO), che passa da 4.9 °C a 5.7 °C; Monte Calamita/Isola d’Elba (LI), che passa da 25.7 °C a 26.3 °C; Monte Terminillo (RI), che passa da 16.9 °C a 18.5 °C. Anche per le medie mensili delle temperature minime è stato superato il valore estremo superiore sulla stazione di Pian Rosà, che passa da -1.3 °C a 0.4 °C. Per quanto riguarda gli estremi superiori giornalieri, la temperatura massima ha fatto registrare il valore record sulla stazione di Capo Mele (IM), che passa da 32.4 °C a 33.0 °C.   

 

Le precipitazioni nel complesso sono state leggermente al di sotto o al più nella media del periodo su gran parte del territorio nazionale, con eccezioni sulle regioni meridionali tirreniche, la Sicilia orientale, la Sardegna meridionale e localmente su Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige. A Decimomannu (Cagliari) è stato superato, seppur di poco, l’estremo giornaliero di precipitazione cumulata, passando da 39 mm 39,3 mm.

 

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Bollettino Mensile Luglio 2015

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Il mese di Luglio 2015 è stato caratterizzato e dalla permanenza in area Mediterranea di una massa d’aria di origine subtropicale e da sostanziale stabilità atmosferica, con conseguente diffuso soleggiamento e anomalie termiche largamente positive su gran parte del Paese. Il prolungarsi di questa situazione ha, inoltre, favorito un forte aumento della temperatura superficiale dei mari italiani, che ha chiuso il periodo anch'essa in accentuata anomalia positiva. Tale situazione di stabilità è stata solo temporaneamente interrotta dall’ingresso di masse d’aria dalle medie latitudini, alla fine della prima ed all’inizio della seconda decade del mese.

All’inizio del mese, una circolazione in area Euro-Atlantica con basso indice zonale ha favorito l’innesco di una configurazione di blocco con classica struttura ad omega sul continente. L’asse del promontorio, bloccato al traverso del Mediterraneo centro-occidentale, ha mantenuto una direttrice sud-ovest/nord-est per i primi giorni del mese, conferendo stabilità alle condizioni atmosferiche e causando un significativo aumento delle temperature, specie sulle regioni centro-settentrionali, segnando di fatto l’innesco della prima onda di calore estiva. Al sud, le correnti settentrionali del bordo discendente del promontorio, hanno mantenuto invece il campo termico su valori più bassi e più prossimi alle medie del periodo.

Al termine della prima settimana, l’aumento della zonalità sull’Europa centrale, ha eroso la sommità del pro¬montorio subtropicale aumentando l'inclinazione del suo asse e disponendo l’anticiclone su tutto il Mediterra¬neo. Al contempo, il flusso perturbato principale è sceso a lambire le regioni settentrionali italiane innescando un forte gradiente termico da cui hanno tratto origine gli eventi intensi che il giorno 8 hanno colpito le regioni nord-orientali, in particolare il Veneto. Tale cambiamento, cui hanno fatto seguito correnti occidentali di aria relativamente più fresca ma ancora stabile, ha di fatto posto fine all’onda di calore.

Verso la metà del mese, una nuova discesa di latitudine del flusso perturbato principale in Atlantico, è tornata a favorire l’arrivo di aria subtropicale sul Mediterraneo. Gli effetti di questa nuova ascesa del campo termico, sono stati più significativi sulle regioni centro-meridionali, dove è stato osservato l’innesco di una nuova onda di calore.

Alla fine della seconda decade, una debole perturbazione atlantica ha attraversato il Paese in un contesto di correnti in quota occidentali diffluenti, favorendo, più che un generale peggioramento dello stato del tempo, una accentuazione dell’instabilità termoconvettiva di origine prevalentemente orografica.

All’inizio della terza decade, la persistenza di una debole circolazione depressionaria sulle regioni centro-meridionali, ha continuato a conferire una relativa instabilità alla massa d’aria, con successivo passaggio di una rapida saccatura ad interessare essenzialmente le regioni settentrionali.

Il mese si è infine concluso con un flusso di correnti occidentali ad elevato gradiente, che ha prodotto un significativo effetto foehnizzante sulle regioni settentrionali, che ha ivi apportato un ulteriore aumento della temperatura.

Le temperature del mese sono state quindi praticamente ovunque alquanto più elevate della media climatica (con riferimento al trentennio 1961-1990). Sulle regioni centro-settentrionali, in particolare, lo scostamento medio sia delle temperature massime che delle temperature minime è stato di circa 4°C, con numerose località che hanno raggiunto e superato i 7°C. Di contro, le precipitazioni hanno segnato una complessiva anomalia negativa, sebbene debole. Le locali eccezioni di debole scostamento positivo, sono essenzialmente riferibili a singoli eventi di intensi fenomeni convettivi.

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Viaggio verso l'Antartide

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Iniziamo una serie di articoli per raccontare l'esperienza dei due ufficiali del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare che ogni anno da un trentennio partecipano alla Spedizione italiana in Antartide.
Alla XXXI Spedizione, che avuto inizio il 28 ottobre scorso e che si protrarrà fino a metà febbraio 2016, prendono parte il T.Col. Christian Ajello dalla Sezione Meteorologica di Milano Linate, alla sua terza esperienza nel continente bianco, e il Cap. Marco Piersanti del Reparto Adestrativo di Meteorologia e Controllo dello Spazio Aereo di Pratica di Mare (RM), alla sua prima esperienza.

Innanzi tutto perchè l'Italia va in Antartide? E' presto detto: a scopo di ricerca scientifica, per studiare la natura unica e particolare del sesto continente, il continente ghiacciato, in quanto situato sulla calotta polare sud del nostro pianeta. Da oltre trent'anni l'organizzazione e l'attuazione tecnica e logistica della spedizione è affidata all'UTA (Unità Tecnica Antartide) dell'ENEA che per alcune figure professionali specifiche di alta specializzazione si avvale fin dall'inizio del contributo delle nostre Forze Armate che forniscono per l'appunto previsori del Servizio Meteo dell'Aeronautica Militare; piloti militari con funzioni di organizzazione, pianificazione, gestione e controllo delle operazioni, in particolare quelle specifiche di volo di aerei ed elicotteri; l'Esercito, la Marina e i Carabinieri contribuiscono poi inviando anche guide alpine, incursori, palombari e nocchieri per garantire la sicurezza del personale scientifico e tecnico-logistico nei campi remoti, nelle escursioni sul territorio e in mare e nelle immersioni subacquee, tutti movimenti che avvengono nelle condizioni ambientali estreme caratteristiche dell'Antartide. Partecipano inoltre meccanici navali della Marina e meccanici dell'Esercito addetti alla difficile e lunga traversa del continente  per collegare e rifornire la base di ricerca remota di Concordia sita nel cuore dell'altipiano antartico. Vi sono infine ufficiali del Servizio Idrografico della Marina imbarcati in campagna di ricerca sulla nave `Italica`, prevista arrivare quest'anno in Antartide subito dopo Natale con funzioni anche di nave cargo per il rifornimento di viveri, materiali e carburante.

La ricerca italiana gestita dall'ENEA ha infatti tre fulcri operativi distinti ma in realtà fortemente interconnessi tra di loro operativamente e da un punto di vista organizzativo: la stazione `Mario Zucchelli' (MZS) situata sulle coste del mare di Ross nella baia cosiddetta di Terra Nov, la base italo-francese di 'Concordia' situata nel cuore del Plateau antartico a 3200 m di quota su un rigonfiamento della calotta di ghiaccio detto 'Dome C' ad una distanza di 1200 km circa dalla base costiera ed infine la nave 'Italica' che ad anni alterni ha il compito, oltre che di ricerca oceanografica, di rifornire sia la base MZS che da questa a sua volta la base Concordia. Vista la stretta collaborazione con l'analogo programma di ricerche polari dei cugini transalpini, il rifornimento della base congiunta di Concordia avviene, oltre che per via aerea, anche tramite delle traverse, ovvero delle lunghe, complesse e lente carovane di speciali automezzi che partendo dalla base tutta francese di Dumont D'Urville (DDU), situata sulle coste dell'oceano Meridionale, a 1200 km circa da MZS e ad altrettanti da DomeC, la raggiunge in circa 10-15 giorni di lenta marcia.

Il compito principale dei due meteorologi del Servizio dell'A.M,. che ogni anno si alternano all'interno della Sala Operativa di MZS, è dunque proprio quello di formulare e fornire previsioni meteo per l'effettuazione in massima sicurezza di tutte le operazioni aeree, terrestri e marine che vengono svolte negli oltre tre mesi dell'estate antartica durante la quale ogni anno si svolge la spedizione scientifica in Antartide.

In questa serie di articoli ci prefiggiamo dunque di raccontare un po' gli aspetti salienti, più interessanti e più curiosi di questa impegnativa ma affascinante esperienza, unica nel suo genere e che permette alla nostra Forza Armata, l'Aeronautica Militare, di mostrare alla nazione l'altissima preparazione tecnico-scientifica del proprio personale, fornendo un importante contributo all'efficace realizzazione di una spedizione che si svolge nell'ambiente freddo più estremo della Terra, dove le temperature scendono, pur essendo in estate, a -50°C e i venti raggiungono anche i 200 km/h. La grande esperienza maturata durante una spedizione antartica ha a sua volta un grande valore di arricchimento per il lavoro che i previsori torneranno a fare nei propri Reparti di appartenenza una volta rientrati in patria.

Ma iniziamo col rispondere ad una delle più frequenti domande che vengono rivolte a chi è o a chi rientra dall' Antartide:
`Come si arriva in Antartide?`
`Come si giunge cioè alle nostre basi MZS e Concordia?`
Il viaggio per arrivare a Baia Terra Nova, sulle coste della Terra Vittoria, è già di per sé lungo, interessante e con un pizzico ancora di avventura, certo non paragonabile a quella dei primi esploratori di questo continente incantato, ma ancora sufficientemente elettrizzante per chi la vive. Si tratta in sintesi di un viaggio oltre l' altra parte del mondo, un viaggio in aereo veloce ma lungo circa 36 ore attraverso tutti i climi della Terra, dalla nostra Italia fino agli antipodi in Nuova Zelanda e da qui al di sopra dell`oceano Meridionale fino in Antartide per mezzo di un apposito volo di circa 7-8 ore, apposito perché ovviamente non esistono voli di linea per l`Antartide, così come esistono invece fino alla Nuova Zelanda.

Ed eccoci pronti per la partenza dopo giornate frenetiche passate a far stare nei soli 30 kg di bagaglio consentito tutto quanto servirà per quasi quattro mesi di permanenza in Antartide, tutto a parte il vestiario tecnico contro il grande freddo, la caratteristica tuta rossa e tutti gli annessi, della cui spedizione a Christchurch, Nuova Zelanda, si occupa direttamente l`UTA dell'ENEA. Per raggiungere gli antipodi dell'Italia si può a priori seguire sia la rotta occidentale, attraverso l'America e il Pacifico, che quella orientale, attraverso l'oriente e l'Australia. A seconda delle tariffe dei biglietti, anni fa si percorreva quella occidentale, negli ultimi anni invece si va per quella orientale. Spesso capita addirittura di volare prima fino a Londra per imbarcarsi sul gigantesco Airbus A380 a due piani della Qantas australiana. Controsensi antiecologici della moderna economia: si va verso il Polo Nord per andare  al Polo Sud!

Siamo ad ottobre inoltrato, nell'emisfero nord l'Autunno prende sempre più piede: è proprio la fascia artica che, ormai quasi del tutto priva dell'illuminazione solare, genera masse d'aria fredde che discendono verso le medie latitudini. Nel contempo dalle latitudini sub-tropicali, vicino Atlantico, nord Africa ed Europa del sud, risalgono invece verso nord masse d'aria ancora piuttosto calde.
Quando una massa d'aria fredda diretta a sud si scontra con una calda diretta a nord si genera un vortice di bassa pressione di 1000 o 2000 km, una perturbazione, sede di formazione di diffusa nuvolosità e maltempo. Decollando dall'Italia verso Londra il nostro aereo sale in quota fino a oltre 30'000 piedi, oltre cioè i 10-11'000 metri, così da volare in crociera nel cielo blu al di sopra degli strati nuvolosi della perturbazione. Si deve infatti sapere che in atmosfera il vapore acqueo, e quindi anche le nubi da esso formate, si concentra, e quest’ultime si sviluppano, tra il suolo e la quota in corrispondenza della quale cessa la diminuzione verticale della temperatura. Questo strato, detto troposfera, ha un'estensione verticale in autunno alle medie latitudini di circa 9-12 km e perciò gli aerei sono normalmente in grado di volare in rotta al di sopra di tale nuvolosità. Solo in discesa verso Londra l'aereo attraversa gli strati nuvolosi, e durante tale discesa i sistemi di bordo anti-ghiaccio e di sghiacciamento del bordo delle ali sono inseriti per evitare che le goccioline delle nubi, ancora liquide a temperature sotto 0°C, possano formarvi pericolosi accumuli di ghiaccio che degraderebbero le prestazioni aerodinamiche dell’ala. In atterraggio il cielo è coperto e grigio, cade una fine pioviggine, è umido e la visibilità non supera metà della lunghezza della pista.
Poche ore dopo l'enorme A380 riattraversa in salita le nubi della perturbazione e ci riporta a vedere il cielo blu a 37.000 piedi di quota, o come si dice in gergo a Livello di Volo, Flight Level 370,  sopra la tropopausa, il limite superiore della troposfera: stiamo volando nell'aria secca della stratosfera con prua diretta a sud-est, destinazione Dubai. Durante la crociera qualche lieve scossone di turbolenza segna il passaggio dalle masse d'aria temperate a quella calda e secca sub-tropicale.

È l'alba quando l'aereo si appoggia dolcemente sulla pista e si percepisce subito di trovarsi in una zona climatica completamente differente da quella di casa nostra: l'aria è calda nonostante l'ora presta e il cielo, benché sereno, ha un aspetto leggermente giallognolo e opalescente per via della diffusione della luce del sole ancora basso sull'orizzonte da parte delle polveri desertiche sospese. 
Sebbene astronomicamente siamo anche qui in autunno, sembra di aver fatto un salto indietro nell'estate per noi ormai passata. È infatti proprio da queste latitudini che hanno origine le masse d'aria più calde che ci fanno patire i periodi di caldo estivo più intenso. È la fascia dei cosiddetti "anticicloni subtropicali", vaste zone di alta pressione caratterizzate da aria calda e secca e con quasi totale assenza di nubi. Nel loro interno infatti l'aria è costretta a scendere lentamente dall'alta alla bassa troposfera, così facendo si comprime diventando più calda e secca; il sole alto in cielo ci mette infine la sua parte scaldando fortemente la superficie. Dopo una breve sosta di un paio d'ore necessaria a rifornire l'aereo, si ridecolla salendo nuovamente in quota nell'aria calda dell'anticiclone con prua verso sud-est. Un po' di turbolenza nei primi duemila metri dal suolo rappresenta proprio la firma dell'energia del sole che sta già infiammando il suolo arido e produce bolle ascendenti d’aria calda.

Iniziamo dopo un po’ a sorvolare l'Oceano Indiano e a un certo momento si possono ammirare dal finestrino gli atolli delle isole Maldive. Non manca molto all'equatore e qualcosa di significativo da un punto di vista meteorologico sta avvenendo: stiamo uscendo ad alta quota dall'anticiclone e contemporaneamente, vicino alla superficie dell'oceano, i venti alisei provenienti da nord-est, con la loro caratteristica velocità costante i 30-40 km/h, soffiano anch'essi in direzione dell'equatore, sollevando l'aria umida e formando nubi cumuliformi, molto bianche nel riflesso della luce solare. Inizialmente piccoli batuffoli poco sviluppati verticalmente, fino a 2.000 o 3.000 m, al nostro procedere verso latitudini più basse cominciano a crescere sempre di più in altezza fino a raggiungere e superare la quota di volo dell'aereo e divenendo gradualmente nubi temporalesche, i maestosi "cumulonembi". Abbiamo infatti raggiunto la cosiddetta linea o meglio zona di convergenza intertropicale (ITCZ) dove lo scontro tra gli alisei da nordest con quelli da sud provenienti da sotto l'equatore, dall'emisfero australe, costringe la forte umidità a salire in quota condensando in gocce d'acqua e cristalli  di ghiaccio all'interno di queste gigantesche nubi la cui sommità a queste latitudini arriva a spingersi anche oltre i 15-16.000 metri, ben più in alto dei 12.000 m della quota massima di crociera degli aerei di linea.
Come tutte le nubi temporalesche, di qualsiasi latitudine, questi altissimi cumulonembi costituiscono un pericolo per la navigazione aerea essendo caratterizzati al loro interno da forte turbolenza e raffiche di chicchi di grandine grossi come arance.

Ma niente paura! Ogni moderno aereo di linea è dotato di un radar meteorologico all'interno del muso che permette ai piloti di "vedere", di individuare cioè, le parti più attive e pericolose del cumulonembo e di evitare pertanto di entrarvi. La presenza di diversi di questi cumulonembi vicini tra loro lungo il fronte inter-tropicale fa sì che si produca ad alta quota uno strato nuvoloso, un "cirrostrato", fatto di microscopici cristalli di ghiaccio. Ecco allora che per il meteorologo in viaggio a bordo dell'aereo, appassionato di nubi, si presenta un'occasione unica: guardando alternativamente un po' le nubi fuori dal finestrino e un po' sul display di fronte a sé, sul quale si alternano la schermata con la traccia della rotta dell'aeromobile e quella con le immagini della telecamera presente sulla coda dell'aereo, può apprezzare il lavoro dei piloti in cabina: le piccole deviazioni di rotta fatte proprio per non entrare nel nucleo attivo del cumulonembo. Quando l'aereo passa nel cirrostrato, che costituisce la chioma della testa della nube temporalesca, un vero e proprio bombardamento di cristalli microscopici di ghiaccio investe la piccola telecamera di coda visualizzandosi sul monitor attaccato al sedile di fronte. 
Davanti a un simile spettacolo la mente corre rapida indietro al lavoro quotidiano in Italia, nel proprio ufficio di vigilanza meteorologica dello spazio aereo nazionale. Quante volte ho scritto avvisi di sicurezza, detti SIGMET, per avvertire tutti i piloti in volo o in procinto di volare nel nostro cielo nazionale, qualsiasi fosse l'origine e la nazionalità del loro volo, circa la posizione, lo spostamento e l'intensità di queste pericolose formazioni temporalesche. È questo infatti uno dei tanti contributi alla sicurezza nazionale che il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare fornisce da decenni al Paese. E ti senti orgoglioso di fare questo lavoro, di far parte della squadra azzurra dell'A.M!

Attraversato il fronte intertropicale, non senza qualche lieve scossone di debole turbolenza, ben poco in verità in confronto a quella che si trova all'interno dei cumulonembi, prodotta dalla stretta copresenza di forti correnti ascendenti e discendenti, proseguiamo il nostro volo e vediamo le nubi cumuliformi tornare a farsi sempre più piccole, sempre più basse ed innocue, sospinte nella direzione opposta alla nostra dagli alisei provenienti dall'oceano Indiano meridionale e dal sud-est asiatico.
D'ora in avanti il "film" del tempo e dei climi a cui abbiamo appena assistito si riavvolgerà al contrario: c'è infatti una sostanziale simmetria tra la circolazione atmosferica dei due opposti emisferi. A parte differenze principali dovute alla diversa distribuzione delle masse continentali e oceaniche tra i diversi emisferi, quello che noteremo maggiormente tra qualche ora all'arrivo in Nuova Zelanda, è l'essere partiti dall'autunno per arrivare in primavera. L'aver lasciato cioè un emisfero, quello boreale, che giorno per giorno va raffreddandosi al diminuire dell'altezza del sole sull'orizzonte e al ridursi delle ore diurne di luce, per spostarci in quello australe dove l'aumento della luce e del calore solare stanno portando la natura a risvegliarsi.
L'aereo vola rapido verso l'Australia, con la sua velocità di crociera di circa 900 km/h, e correndo verso oriente accorcia la durata della giornata andando incontro alla notte. Dal finestrino si vedono in alto le stelle popolare un cielo sempre più scuro e in basso le luci molto più sporadiche di rari agglomerati urbani.
Non c'è alcuna nube e infatti siamo entrati in una vasta massa di aria calda, secca e stabile che costituisce un anticiclone della fascia subtropicale australe. Stiamo ora volando attraverso la linea del Tropico del Capricorno e in cielo si profilano costellazioni sconosciute all'occhio dell'abitante dell'altro emisfero. È certo una massa d'aria calda quella che stiamo attraversando, anche se l'indicatore della temperatura esterna dell'aereo non ce lo farebbe proprio pensare: a 12.000 m, o il che è lo stesso a 40.000 piedi come scritto sul display multilingue, ci sono meno di 65°C sotto zero! Quello che non c'è scritto è che a questa altitudine la pressione e quindi anche la densità dell'aria sono ridotte a circa un quinto di quelle in cui siamo abituati a vivere a livelli prossimi a quello del mare. Ecco perché la cabina dell'aereo è pressurizzata.

 

 

Nel piacevole tepore dell'aria pressurizzata e riscaldata della cabina, dopo una buona cenetta, le luci vengono smorzate ed è ora di dormire qualche ora prima del prossimo scalo a Sydney sulle coste sudorientali dell'Australia. Al risveglio l'aereo sta scendendo nella luce del primo mattino tra molte nubi che corrono veloci verso est dopo il passaggio del fronte di una perturbazione che ha lasciato la pista un po' bagnata. Usciti infatti dall'anticiclone subtropicale, anche le medie latitudini dell'emisfero sud sono caratterizzate dal rincorrersi da ovest verso est di perturbazioni generate dallo scontro di  masse calde, quelle stesse che abbiamo appena attraversato, con masse fredde generate alle alte latitudini australi e che dunque provengono dall'Antartide, la nostra destinazione finale, o dall'Oceano Meridionale che lo circonda. Scendiamo rapidi dall'aereo e corriamo, manca meno di un'ora al decollo, a prendere il prossimo volo: destinazione Christchurch, Isola del Sud della Nuova Zelanda. Altre tre ore e mezza di volo sul mare di Tasmania con qualche bel salto dovuto alla turbolenza prodotta dalla corrente a getto che accompagna la perturbazione il cui fronte era appena passato su Sydney, una discesa a incrociare una vista meravigliosa sulle Alpi neozelandesi, un'alta catena che divide un paese posto agli antipodi del nostro e dalla forma anch'esso vagamente a stivale. Eccoci infine in atterraggio a Christchurch sulla sponda orientale dell'isola che si affaccia sull'Oceano Pacifico. Usciti dall'aeroporto, il vento e la temperatura ci fanno sentire sulla pelle una primavera ben diversa da quella di casa nostra. Le 36 ore di viaggio, cioè un giorno e mezzo passato per lo più in volo in aereo, e le 12 ore in avanti di differenza di fuso orario fanno il resto per rendere le sensazioni non proprio confortevoli. Infatti, sebbene la Nuova Zelanda si trovi alla stessa latitudine dell'Italia e riceva quindi nell'anno la stessa quantità di calore da parte del sole, per il fatto di essere circondata da acque oceaniche più fredde del nostro Mediterraneo e aperta ai venti freddi provenienti dall'Oceano Meridionale e dall'Antartide stesso, non gode certo di un semestre caldo confrontabile col nostro.

È ora quindi di sistemarsi in hotel: c'è bisogno di una bella doccia, di una buona cena e di una dormita in un comodo letto prima affrontare l'ultimo e più emozionante volo: quello che ci porterà in Antartide.
Come detto, non esistono ovviamente voli di linea che portino nel sesto continente. Per il gruppo di una ventina di persone che ogni anno, tra la metà e la fine di ottobre, ha il compito di riaprire e riattivare la base Mario Zucchelli, ci si affida ai voli che l'US Air Force effettua con velivoli C17 per conto dell'USAP (United States Antarctic Programme) e che portano alla base di McMurdo situata sull'isola vulcanica di Ross a circa 400 km a sud della nostra posizione a Baia Terra Nova. Il volo sul gigantesco cargo militare quadrimotore a getto C17 dell'USAF procede liscio come l'olio. In sole cinque ore si vola a 30.000 piedi (10.000 m) da latitudine 45°S a 75°S, a solo 15° dal polo sud geografico, al di sopra delle dense nubi stratificate di una delle tante intense perturbazioni che rapide si inseguono da ovest verso est alle medie e alte latitudini sugli oceani australi con venti fortissimi che sollevano enormi onde. Ma di ciò nulla si percepisce nel cockpit del grande aereo che vola nella stratosfera, molto più in alto dei grandi tappeti di cirrostrati che nascondono la superficie sottostante. Solo una lieve turbolenza indica che stiamo passando al di sopra della corrente a getto, il veloce fiume di vento ad alta quota, spesso con velocità oltre 300 km/h, che segna il confine tra masse d'aria di origine, e quindi di temperature, differenti e che guida lo spostamento delle perturbazioni stesse.

La discesa sul continente antartico è mozzafiato, un mondo gelato e incantato: la catena transantartica sulla destra con i tanti ghiacciai che portano le lingue di ghiaccio dagli oltre 2000 m del plateau a tuffarsi in mare e sulla sinistra l'enorme mare di Ross che si estende sterminato e ancora completamente gelato. Ghiaccio terrestre e ghiaccio marino che si sono saldati insieme durante i lunghi e bui mesi dell'inverno antartico a creare ora un paesaggio accecante sotto il sole primaverile. L'atterraggio avviene sula pista chiamata "Pegasus", preparata sulla cosiddetta "barriera" o "piattaforma" di ghiaccio di Ross, un ponte di ghiaccio permanente che copre tutta la parte meridionale del mare stesso con uno spessore di una cinquantina di metri e un'estensione confrontabile con quella della Francia.
Scendi dall'aereo e sei finalmente in Antartide!
Il panorama è spettacolare: dalla bianca superficie gelata si ergono rilievi affascinanti, tra tutti si stagliano i due vulcani dell'isola di Ross, il Mount Terror e soprattutto l'Erebus, oltre 4.000 m, che con il suo pennacchio di vapore ti ricorda di essere tuttora attivo. Anche in questo caso la mente vola rapida in un attimo indietro in Italia, al lavoro quotidiano in ufficio a Milano-Linate, dove per anni hai seguito le periodiche eruzioni dell'Etna, avvertendo con appositi avvisi di sicurezza l'utenza aeronautica, piloti e controllori di volo, dell'estensione e del previsto spostamento delle nubi di cenere vulcanica. Un altro serio pericolo per la sicurezza del volo, un altro granello del contributo quotidiano dato dall'Aeronautica Militare alla sicurezza del cielo nazionale.
Da qui, da Pegasus, due elicotteri AB412 o a volte un aereo bimotore "Twin Otter" o un  DC-3 "Basler" dello stesso programma statunitense trasferiranno il gruppo fino a davanti "alla porta di casa". 
Oltre a "scongelare" la base rimasta chiusa durante gli otto freddi mesi a cavallo dell'inverno australe con temperature che scendono fino a -40°C, il compito dei "pionieri" dell'apertura è di preparare la pista di atterraggio sul mare gelato della Baia, sulla cosiddetta banchisa o "pack", il cui spessore, accuratamente controllato quotidianamente, supera i 2,50 m. È un lavoro duro condotto a temperature tra i -15 e i -25°C, valori che l'azione frequente del vento catabatico può portare ad essere percepiti (il cosiddetto "wind-chill") come -40 o anche -50°C. Questo pavimento di ghiaccio, reso ben ruvido dall'incessante avanti e indietro dei gatti delle nevi, permetterà l'atterraggio su ruote dei velivoli L-100 (la versione civile del ben noto C130 militare in dotazione anche alla nostra Aeronautica Militare) operati dalla compagnia sudafricana SAFAIR. Con un ritmo di due voli a settimana, carichi di personale scientifico, tecnico, logistico e, come si diceva, di militari di tutte e quattro le Forze Armate, oltre a cargo di materiali per la base, per la ricerca e ovviamente viveri freschi, MZS si popola e comincia a vivere con i suoi ritmi sempre più frenetici che si protrarranno fino a inizio febbraio.

Dopo qualche giorno è il momento della solenne cerimonia dell'Alzabandiera di apertura. Sotto un gelido vento catabatico, con una settantina di connazionali e stranieri (piloti per lo più) radunati nelle loro tute rosse antartiche, sotto il pennone è schierato sull'attenti il raggruppamento di una quindicina di militari delle quattro FF.AA., Ufficiali, Sottufficiali e Truppa. Dopo poco, all'ordine di inizio dato dall'Ufficiale più alto in grado, comincia a risuonare dagli altoparlanti il "Fratelli d'Italia", da tutti in coro cantato, nel pezzetto d'Italia più a sud del mondo. E ti senti orgoglioso di essere italiano e di far parte di questa avventura che porta ancora una volta, da trentun'anni, la scienza italiana a lavorare al pari di altre nazioni su questo territorio di frontiera. Senti l'onore concesso e la responsabilità che ti è stata attribuita di ben rappresentare le nostre valorose Forze Armate e di dover dare perciò il massimo di te stesso, delle tue conoscenze, della tua esperienza per contribuire al successo e alla sicurezza di questa nuova campagna nei lunghi mesi senza notte dell’estate antartica.
È iniziata la XXXI Spedizione italiana in Antartide!

Baia Terra Nova, Terra Vittoria Antartide, 08 dicembre 2015

T.Col. Christian Ajello
 

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Le novità di meteoam

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Gentili utenti, al fine di migliorare sempre di più la vostra esperienza di utilizzo, abbiamo realizzato delle modifiche alla nostra home page, che è stata in parte ridisegnata.
In particolare, sono stati aggiunti dei nuovi box sulla sinistra della pagina, che permettono un accesso più semplice ed intuitivo ad una serie di contenuti quali H-SAF (applicazioni da satellite), Space Weather (il tempo oltre l’atmosfera terrestre), Osservazioni Ambientali (il monitoraggio dei gas atmosferici), Previsioni nel Mondo (il sito web dell’OMM per le previsioni su moltissime città in giro per il mondo), Rivista di Meteorologia e, infine, app. per la versione mobile del nostro sito e iscrizione alla newsletter.

I contenuti prima raggiungibili dalle icone sulla destra sono stati distribuiti tra questi nuovi box e voci nei menù tematici, posti in testa alla pagina. La moviola ‘nefodina’ è stata spostata tra le voci del menù ‘Satellite’, così come le istruzioni per l’acquisizione delle licenze Eumetsat; le previsioni dei Cicloni Tropicali, invece, sono ora tra le voci di menù che trovate in fondo alla pagina.

Questo è stato possibile ottimizzando gli spazi della mappa centrale, dove vengono visualizzati il tempo in atto e le previsioni per le prossime ore, diventate entrambi navigabili anche direttamente dalle voci di menù poste sulla destra della mappa stessa. Al posto delle vecchie icone abbiamo messo la nostra nuova fotogallery, una funzionalità con cui condivideremo le immagini provenienti dalle stazioni meteorologiche (e non solo) dell’Aeronautica Militare.

Anche le immagini da satellite al centro della home page hanno subito una modifica: ora è possibile visualizzare una moviola, anziché un’immagine statica, delle immagini ad infrarosso nel canale 10.8 µm  – quindi disponibili 24 ore su 24 ad intervalli di quindici minuti - provenienti dal satellite MSG3.

Per finire, abbiamo completamente rivisto i grafici delle previsioni di andamento del tempo atmosferico e delle temperature per tutte le località disponibili nel nostro database.
Sperando di aver centrato almeno in parte l’obbiettivo che ci eravamo prefissati di voler migliorare effettivamente la fruibilità delle nostre pagine, vi auguriamo buona navigazione sul nuovo sito, e rinnoviamo la nostra disponibilità, invitandovi a contattarci per segnalare qualunque genere di malfunzionamento doveste riscontrare e, ove necessario, per ricevere istruzioni sul nuovo posizionamento dei contenuti.

Lo staff di meteoam.

 

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Il Presidente dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale in visita a Pratica di Mare

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Venerdì 11 marzo, il Presidente dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), Mr. David Grimes, ha visitato il Centro Operativo per la Meteorologia (COMET) ed il Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA).   

Il Col. Cau consegna al Presidente Grimes il Crest del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare

Nella sua visita, il Presidente dell’OMM, è stato accompagnato dal Capo Reparto Meteorologia del Comando Squadra Aerea, Colonnello Silvio CAU, che su delega del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare è il Rappresentante Permanente presso l’OMM del nostro Paese.
Nella sala conferenze del COMET, sono state esposti a Mr. Grimes l’organizzazione e le funzioni della 9^ Brigata Aerea, da cui sia il COMET che il CNMCA dipendono, nonché i compiti e la struttura dei due Enti dopo la nuova riorganizzazione del comparto meteo di Forza Armata.
Il Presidente si è soffermato in modo particolare sulla suddivisione dei compiti tra CNMCA e COMET, e sul rapporto con la Protezione Civile per l’emissione, da parte di quest’ultima, delle allerta di carattere meteorologico.  Con riferimento alle attività operative, per le quali il Presidente Grimes nutre grande interesse in ragione del suo notevole background professionale presso il Servizio Meteorologico Canadese, ha suscitato grande Interesse la modellistica a livello locale sviluppata al COMET all’interno del consorzio internazionale COSMO, nonché l’impegno sinergico dei due centri per produrre delle previsioni di tendenza a carattere mensile e stagionale, prodotti che hanno un notevole impatto nell’ottica del supporto al Dipartimento di Protezione Civile.

Il Presidente Grimes firma il libro d’Onore del Reparto

Il Presidente ha poi visitato il centro di calcolo e di comunicazione del Gruppo di Supporto per la Meteorologia del RESIA, ove sono stati è stato illustrati il funzionamento e le capacità del supercomputer, nonché il sistema di gestione delle comunicazioni in ambito meteorologico, in cui Pratica di Mare svolge il ruolo di Hub della rete mondiale denominata Global Telecommunication System. La visita è inoltre proseguita presso le sale operative del COMET e del CNMCA dove sono stati illustrati in dettaglio i compiti delle singole postazioni di lavoro da cui vengono emesse le previsioni sia a carattere generale che di tipo aeronautico, marittimo ed operativo.

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Cambio comando al Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica

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Personale del CNMCA

Lunedì 22 febbraio 2016 si è tenuta presso il Circolo Ufficiali dell'Aeroporto Mario de Bernardi di Pratica di Mare la cerimonia per l’avvicendamento del Direttore del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA) tra il Direttore uscente Colonnello Giovanni Maresca e il Direttore subentrante Colonnello Fabio Travaglioni.

L’evento è stato presieduto dal Generale di Brigata Aerea Paolo Cuppone Comandante la 9a Brigata Aerea ISTAR/EW di Pratica di Mare che, nel corso del suo intervento, ha evidenziato l’importanza del lavoro svolto quotidianamente dal Centro soprattutto a seguito della complessa riorganizzazione del comparto meteo di FA. Sebbene tale riordino abbia creato difficoltà ai comandanti e al personale interessato per la tempistica e modalità di esecuzione, ha aggiunto come sarà necessario attendere il medio periodo per comprendere gli effetti di tali cambiamenti che si augura saranno positivi per l’efficientamento della meteorologia operativa.

Il Col. Maresca, nel ripercorrere non senza emozione gli anni trascorsi al CNMCA, ha ringraziato tutto il personale per la grande professionalità e spessore morale dimostrato, che ha permesso al Centro di

Gen. B.A. Paolo CUPPONE, Col. Giovanni MARESCA, Col. Fabio TRAVAGLIONI

consolidare la posizione di Ente meteorologico di eccellenza a livello nazionale, nonostante le oggettive difficoltà emerse a seguito della riorganizzazione dell’intero comparto meteo di F.A. Ha concluso augurando al suo successore di ottenere da questo nuovo incarico le maggiori soddisfazioni possibili.

Il Col. Travaglioni, nel ringraziare i Superiori per la fiducia accordatagli con l’incarico, ha espresso orgoglio ed onore per la direzione dell’Ente che, grazie alla capacità, competenza e lungimiranza del proprio personale, fin dal 1978 ha rappresentato il centro operativo del Servizio Meteorologico di FA e nazionale, altresì evidenziando il proprio intento di valorizzare sempre più il Centro, certo di rispondere in modo coerente alle esigenze del Paese in linea con quanto stabilito dalla F.A.. Ha infine formulato i più sinceri auguri al Col. Maresca, esempio per tutti i colleghi che lo hanno avuto come Comandante, per un prosieguo di carriera ricco di eccellenti risultati e ancora maggiori soddisfazioni.

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Beneficenza presso l'aeroporto di Pratica di Mare a favore di due case famiglia di Anzio ed Ardea

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Giovedì 24 marzo, 22 ragazzi delle Case Famiglia di Anzio ed Ardea, di età compresa tra i 7 e i 12 anni, sono stati invitati presso l'aeroporto di Pratica di Mare su iniziativa promossa ed organizzata dal Centro Operativo per la Meteorologia (COMET), per passare una "giornata spensierata" in visita a diversi Enti dell'Aeroporto.

La giornata è iniziata presso il Centro Sperimentale di Volo dell'Aeronautica, dove il Comandante, Generale Fabio Molteni, ha dato il benvenuto ed ha scherzato con i ragazzi per qualche minuto, prima di lasciarli alla visita per loro organizzata.

Il programma della visita è cominciato con un giro in hangar del CSV per vedere i loro velivoli, per poi passare al 14° Stormo dove, per l'occasione, erano stati allestiti in mostra statica gli aerei della loro flotta, insieme all'attrezzatura di sopravvivenza in mare (battellino d'emergenza contenuto nel seggiolino eiettabile e relativi accessori). I ragazzi si sono trasferiti al COMET, dove, in considerazione del fatto che il 23 marzo è stata la "Giornata Mondiale della Meteorologia" e che il tema di quest'anno riguardava "i cambiamenti climatici", ai ragazzi è stata simpaticamente raccontata, attraverso un percorso tra i concetti di base della meteorologia, l'importanza di preservare l'atmosfera del nostro pianeta. Ai ragazzi è stato il diplomino da "previsore provetto", consegnato loro dal Comandante del COMET.

La mattina al Centro Operativo è continuata con un entusiasmante spettacolo di magia (protagonista un abile Sottufficiale del ReSTOGE), seguito da una divertente "caccia alle uova di cioccolata", che erano state distribuite e nascoste nel prato intorno la palazzina del Centro.

Dopo pranzo la visita si è spostata al RACSA, dove ai ragazzi è stata presentata l'attività del Reparto e sono stati mostrati i simulatori per l'addestramento dei controllori del traffico aereo. Il pomeriggio è proseguito con gli auguri di Pasqua del Cappellano Militare dell'Aeroporto di Pratica di Mare, Mons. Oddo, a seguito del quale sono stati consegnate ai ragazzi delle uova generosamente offerte da una fabbrica del cioccolato coinvolta nell'iniziativa. Il generale Molteni, alla presenza del generale Cuppone, Comandante la 9^ Brigata Aerea, e di tutti i Comandanti dei Reparti di Pratica che hanno contribuito all'iniziativa, ha salutato i ragazzi al termine dell'evento, ringraziando tutti gli intervenuti per la generosità dimostrata.

Grazie alla spirito di solidarietà del personale degli Enti coinvolti, ai due Istituti sono state distribuite due pallet di viveri e 25 giocattoli (tutto recuperato tramite la Croce Rossa Italiana), e sono stati donati dei fondi raccolti su base volontaria dal personale dei Reparti coinvolti

 

 

 

 

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38th EWGLAM - 23rd SRNWP Meeting in Rome

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The 38th European Working Group on Limited-Area Modelling (EWGLAM) and 23rd Short Range NWP (SRNWP) meetings will be organized by Italian Air Force Meteorological Service 3rd - 6th October 2016 in Rome, Italy

Venue:

The Meeting will be held at the Casa dell’Aviatore Hotel, viale dell’Università 3, Rome
 

The programme will include:

  • Presentations by the main modelling Consortia and ECMWF
  • Review talks by the Expert Teams
  • National activities posters
  • Contributed presentations on the topics of the Expert-Teams
  • Final EWGLAM discussion
  • SRNWP business meeting
     

Short Links

Instruction - Registration - How to arrive- Accomodation- Excursion- Contacts
 

Instruction

Contributions to the thematic sessions in the form of 20-minute presentations (including questions) are welcome. If you intend to give a presentation, please contact the relevant person below according to the subject (the deadline for your proposal is 20th july 2016):

Data assimilation (bruce.macpherson@metoffice.gov.uk)
Verification (clive.wilson@metoffice.gov.uk)
Dynamics and lateral boundary coupling (szintai.b@met.hu)
Link with applications (onvlee@knmi.nl)
Physical parameterisation (upper air) (szintai.b@met.hu)
Predictability and EPS (cmarsigli@arpa.emr.it)
Surface and soil processes (model and data assimilation) (patrick.samuelsson@smhi.se)
System aspects (szintai.b@met.hu)


If you intend to present a national poster, please send the summary of your poster in 3 bullets to
Szintai Balazs szintai.b@met.hu by 20 july 2016


Registration

Participants please use the electronic form to register, not later than 20 july 2016

How to arrive:

From the Fiumicino Airport: train , shuttle bus , taxi or shared shuttle taxi

From "Roma Termini" Train Station: you can easily reach the Conference Building on foot. It's only a 5-10 minute walk.

From the "Roma Tiburtina" Train Station: take the underground “B line” Metro to the “Castro Pretorio” stop

By Subway/Underground: take the "B Line" Metro to the " Castro Pretorio " stop.

Other Useful links:

http://atac.roma.it/index.asp?lingua=ENG

http://www.turismoroma.it/?lang=en 

 

Accomodation

There is a limited number of reserved rooms in two different locations ( “Casa dell’Aviatore, viale dell’Università 20” and “Casa dell’Aviatore Hotel, via Spallanzani 42” – 15 minutes walking from the conference location) from 2nd to 6th October (4 nights).
A list of additional hotels will be soon available.

  • Casa dell’Aviatore Hotel

Reservation before 20 july, sending an email to prenotazioni@casaviatore.it (copy to francesca.marcucci@am.difesa.itlucio.torrisi@am.difesa.it) specifying “EWGLAM/SRNWP meeting

Rates: Casa dell’Aviatore Hotel,Viale dell'Università 20 Rome:

single room: 71,00 euro

double room: 103,00 euro

Casa dell’Aviatore Hotel, Via Spallanzani 42 Rome:

single room: 51,00 euro

double room: 83,00 euro

tourist tax: 3,50 euro/day 

 

Excursion:

To be defined
 

Local Contacts:

Francesca Marcucci : francesca.marcucci@am.difesa.it

Lucio Torrisi : lucio.torrisi@am.difesa.it
 

Important dates:
20 July – Deadline for registration

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Il Direttore Generale di Meteo France visita gli Enti operativi del comparto meteorologico di Pratica di Mare.

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Martedì 10 maggio, presso l’Aeroporto di Pratica di Mare, il Direttore Generale di Meteo France, Mr Jean-Marc Lacave, e il Vice Direttore aggiunto Mr. Olivier Gupta, hanno visitato gli Enti del Comparto meteo sul sedime di Pratica di Mare.

Il Direttore Generale di Meteo France, accompagnato dal Capo Reparto Meteorologia (REMET) del Comando Squadra Aerea, Colonnello Silvio CAU, è stato accolto al Centro Operativo per la Meteorologia (COMET) di Pratica di Mare dal Col. Gino Bartoli, Vice Comandante la 9ª Brigata Aerea “ISTAR-EW”, dal Direttore del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia AM (CNMCA), Colonnello Fabio Travaglioni e dal Direttore Operativo del COMET, Tenente Colonnello Domenico Villa.

L’incontro si è svolto presso la sala briefing del COMET, dove, dopo il discorso di benvenuto da parte del Capo Reparto del REMET, si sono susseguite una serie di presentazioni per illustrare l’organizzazione di alcune articolazioni operative del comparto meteorologico di Forza Armata. In particolare, sono state descritte le organizzazioni e le missioni del COMET, del CNMCA e del Gruppo di Supporto ICT per la Meteorologia del Reparto Sistemi Informativi Automatizzati (RESIA), sottolineando le dinamiche relative al coordinamento tra gli Enti stessi.
Successivamente alle presentazioni di natura ordinativa, si sono succedute presentazioni tecniche per descrivere l’iter procedurale secondo il quale vengono generate le previsioni del tempo, ponendo enfasi sul valore aggiunto del previsore rispetto alle previsioni ottenute direttamente dai modelli numerici. E’ stato mostrato il software di visualizzazione dinamica dei prodotti di previsione numerica denominato WEGO-E (Weather Environment GIS Oriented-Evolution), sviluppato dal servizio meteo dell’A.M. in collaborazione con la ditta ESRI Italia, basato sull’architettura GIS (Geographic Information System) ArcGIS, del quale è stata data una dimostrazione in tempo reale.

Il Presidente-Direttore Generale ha presentato l’organizzazione di Meteo France e dei loro compiti istituzionali, presentazione cui hanno fatto seguito un “question time” ed un proficuo scambio di informazioni tra le due organizzazioni, con l’augurio di una possibile collaborazione stringente nel prossimo futuro in relazione al fatto che i due Paesi sono confinanti e quindi sarebbe auspicabile un coordinamento per le previsioni su aree di interesse comune, nonché una verifica delle performance dei rispettivi modelli di previsione anche sulle stesse aree geografiche.   
L’incontro è proseguito con la visita alle Sale Operative del COMET e del CNMCA, ed è stato visitato il centro di calcolo e di comunicazione del Gruppo di Supporto per la Meteorologia del RESIA.

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La Meteorologia alla Conferenza ESRI Italia 2016

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Poco più di un mese fa, nei giorni 20 e 21 di aprile si è svolta a Roma, presso l’Ergife Palace Hotel, la Conferenza ESRI Italia 2016, la manifestazione più articolata e completa a livello nazionale nel settore delle tecnologie geospaziali.

Un evento con più di 2000 frequentatori che rappresenta un momento di confronto e di aggiornamento per utenti nuovi e consolidati e, in generale, per quanti si interessano di Sistemi Informativi Geografici, Tecnologie Geospaziali, Geolocalizzazione e Geomatica.

Il Centro Operativo per la Meteorologia dell’Aeronautica Militare (C.O.Met.) ha preso parte alla conferenza in entrambi i giorni, con un’intervista durante lo svolgimento della sessione plenaria e con una presentazione durante la sessione riservata alla Difesa. In entrambe le occasioni è stato presentato il progetto WEGO-E (Weather Environment GIS Oriented – Evolution) dedicato allo sviluppo della nuova piattaforma operativa del C.O.Met. per la gestione e la presentazione delle informazioni meteorologiche ed oceanografiche in ambiente GIS.

Durante la sessione plenaria il Magg. Alessandro Cheloni è stato invitato sul palco per un’intervista durante lo spazio chiamato “The ESRI Stories”. Questi sono stati i momenti iniziali e più suggestivi dell’intero evento in quanto si è fatto un uso massiccio di filmati e di “effetti speciali”. Infatti, ad introduzione dell’intervista, veniva mostrato un video appositamente montato con il materiale raccolto durante la visita presso il C.O.Met. della troupe televisiva, il giorno 31 marzo.

 

Vedi sul sito ESRI

 

E’ poi di qualche giorno fa la pubblicazione su youtube del contributo del Magg. Cheloni durante la sessione plenaria

 

Nella sessione riservata alla Difesa del secondo giorno della conferenza, infine, il progetto WEGO-E è stato esposto nei dettagli sia operativi che tecnici alla presenza dei rappresentanti di tutte le FFAA nonché di aziende e altre organizzazioni del mondo civile appositamente invitate.

 

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IL Servizio Meteorologico dell'AM al Festival Meteorologia 2016

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Anche quest’anno l’Aeronautica Militare sarà presente all’evento che si terrà a Rovereto (TN) nei giorni 11 e 12 Novembre. Tra i conferenzieri, a rappresentare il Servizio Meteorologico dell’AM, interverrà Il Col. Silvio CAU in qualità di Capo del Reparto per la Meteorologia e di Rappresentante Permanente per l’Italia presso l’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Inoltre, un apposito stand fornirà l’occasione per illustrare ai visitatori le attività svolte dal Servizio Meteorologico e alcuni degli strumenti attualmente in uso.
Di seguito, lasciamo la presentazione della manifestazione alle parole del Prof. Dino Zardi dell’Università di Trento.

Torna il Festivalmeteorologia di Rovereto

Vai alle pagine web del FestivalDopo il successo della prima edizione 2015, torna a Rovereto l’appuntamento con il Festivalmeteorologia. La prima edizione, a ottobre dello scorso anno, ha permesso di riunire attorno a un tavolo tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di previsioni meteo. Questa seconda edizione ruota intono alla domanda: "Quanto vale la meteorologia?" E che cosa significa parlare di “valore” in questo campo? Dall’edilizia all’agricoltura, dal turismo alla protezione civile fino all’energia: sono tanti i settori su cui l’impatto economico delle condizioni meteorologiche risulta determinante. A Rovereto, l’11 e 12 novembre, gli operatori dei servizi meteorologici, istituzionali e privati, i professionisti e le aziende che operano nel settore, i ricercatori, gli utenti dei servizi e dei prodotti meteorologici e gli appassionati di meteorologia ne parleranno insieme ai cittadini.

Gli interventi dei relatori declineranno i vari aspetti del valore della meteorologia negli ambiti più diversi. Nella mattinata di venerdì 11 si parlerà del valore dei servizi meteorologici pubblici, in ogni loro declinazione - nazionale, regionale ed internazionale - e della cooperazione e integrazione, in ambito meteorologico, tra i diversi servizi, tra i servizi e i diversi utenti, tra il settore pubblico e quello privato (nell'immagine di fianco l'intervento del Col. Carmelo Gambuzza durante l'edizione del 2015; sotto il Prof. Dino Zardi, dell'Università di Trento). Nella sessione pomeridiana si parlerà del valore dell'associazionismo meteorologico, e di quali sono le condizioni e le forme di collaborazione che lo rendono una risorsa estremamente importante per la meteorologia. Si parlerà anche di una risorsa ambientale preziosissima come l'acqua, e di come l'integrazione fra le conoscenze e gli strumenti di due ambiti estremamente collegati - la meteorologia e l'idrologia - possano aiutarci a gestire sempre meglio questa risorsa, soprattutto in vista dei cambiamenti climatici attesi.

Nella giornata di sabato 12 si vedrà come la valorizzazione della meteorologia  passa anche attraverso la capacità di fare rete, a partire da due esempi concreti: la rete nazionale dei radar meteorologici, e la rete degli osservatòri meteorologici storici.

In effetti, chi conosce veramente la storia della meteorologia italiana? Una comunità che ignora il proprio passato fatica a progettare il proprio futuro. Per questo si parlerà del valore della storia della meteorologia italiana, e di come riscoprirla a partire dalle fonti, spesso non ancora pubblicate se non molto parzialmente. Ma il valore della meteorologia si valuta anche in base alla capacità di ottimizzare l'uso delle risorse. Dopo aver parlato dell'acqua, un altro tema di grande attualità è costituito dal binomio energia e ambiente. Questo trova una felice sintesi nelle risorse energetiche rinnovabili: infatti eolico, solare, idroelettrico sono tutti ambiti nei quali la valutazione meteorologica è essenziale, e il suo valore proporzionale all'entità della risorsa da gestire. Infine, come sempre, il valore della comunicazione: comunicare bene la meteorologia, a tutti i livelli - nella scuola, nelle realtà museali, sui media – ha un valore inestimabile per la crescita di una società consapevole delle potenzialità e dell’importanza della formazione e dell’informazione in meteorologia.

Non solo conferenze, però. Sono previste anche quest’anno varie attività didattiche per famiglie e scuole, sia nella sede del Museo Civico di Rovereto in Borgo Santa Caterina, sia al Polo della Meccatronica. Una fiera della strumentazione e dei servizi meteorologici e varie attività culturali e ludico-ricreative a tema contribuiranno ad approfondire la conoscenza della meteorologia e dell’influenza del “tempo che fa” sulle attività quotidiane. Il Festival della Meteorologia sarà anche una vetrina nazionale per le aziende e le istituzioni che hanno un interesse specifico nelle previsioni del tempo: nell’atrio del Polo della meccatronica saranno allestiti stand per consentire ai visitatori di conoscere queste realtà.
Nell’ambito del festival si terrà anche una sessione speciale sul tema "Professione meteorologo: formazione, addestramento, opportunità di lavoro".

Nella sessione si affronteranno vari temi legati alla professione: dove si studia per diventare meteorologi? Com’è strutturato il percorso formativo? Dove si può ricevere un addestramento pratico? Quali sono le professioni della meteorologia? Quali sono le opportunità negli enti pubblici, nelle imprese private, nella libera professione? Come si attesta la qualifica di meteorologo?
La sessione si propone di fare il punto sulle opportunità lavorative offerte dalla meteorologia. Si parlerà della formazione, e delle sedi in cui questa viene offerta, dell’addestramento, delle diverse figure professionali previste nell’ambito della meteorologia, delle modalità di certificazione di queste professionalità. 
La sessione è aperta a tutti coloro che vogliono conoscere meglio le opportunità e i percorsi per intraprendere una carriera in meteorologia, ma anche agli “stakeholders”, ai rappresentanti dei soggetti economici, pubblici e privati, operativi nei settori della meteorologia e interessati a reclutare meteorologi professionisti.

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Italia in Antartide 2016-17: riparte il supporto del Servizio Meteorologico A.M.

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Ad inoltrata primavera australe, riapre a Baia Terra Nova la base “Mario Zucchelli”. E' iniziata così ufficialmente, a fine ottobre, la XXXII Spedizione Italiana in Antartide con il supporto di  tutte le FF.AA. In particolare, il Servizio Meteorologico dell’AM, è chiamato a fornire da oltre un trentennio assistenza alle operazioni aeree, marittime e terrestri per assicurare che le stesse si svolgano in sicurezza. Il team di previsori di quest’anno, vede inizialmente impegnati il T.Col. Christian Ajello, veterano alla quarta missione e il Cap. Francesco Sudati, alla sua prima esperienza, entrambi impiegati in Patria presso l’Ufficio Meteorologico  del Comando delle Operazioni Aeree di Poggio Renatico (FE). A metà dicembre è invece previsto un cambio di formazione con l’arrivo del Ten. Giuliana D’Ercole in sostituzione del T.Col. Ajello.

Prima di approdare in terra antartica, il personale affronta un periodo di addestramento di due settimane tra Alpi e Appennini e successivamente, frequenta presso la sede ENEA di Roma-Casaccia, un corso di formazione dedicato all’impiego in Sala Operativa della Base Zucchelli.

Gli Ufficiali del Servizio Meteorologico dell’AM sono chiamati a svolgere molteplici compiti di supporto alla spedizione italiana in Antartide, tra i quali:

•    il servizio di osservazione meteorologica regolare sinottica a cadenza esaoraria (bollettino SYNOP) e aeronautica oraria (bollettini METAR e SPECI);
•    due lanci al giorno del pallone di radiosondaggio, in collaborazione con il personale dell’Osservatorio Meteo-climatologico dell’ENEA;
•    la produzione e la diffusione quotidiana del bollettino meteo ad uso del personale della base;
•    l’allerta per condizioni meteo avverse sull’area di Baia Terra Nova (vento catabatico, nevicate, condizioni di white-out, ovvero di mancanza di riferimenti di visibilità e definizione della superficie e della linea d’orizzonte);
•    l’emissione di previsioni regolari aeroportuali (messaggio TAF);
•    frequenti briefings meteorologici a favore del personale aeronavigante;
•    flight-following di tutte le missioni di elicotteri e aerei che movimentano, tra l’altro, il personale di spedizione;
•    supporto alla campagna oceanografica della nave Italica, che inoltre al termine della spedizione, previsto per metà febbraio 2017, riporterà in Nuova Zelanda il personale rimasto per la chiusura della base.

 

Nello specifico, la fase iniziale della Spedizione vede i meteorologi dell’AM impegnati, oltre che nelle suddette attività di routine, anche nella delicata previsione per il  “Go – no Go” del velivolo C130 della compagnia sudafricana SAFAIR. Si tratta di una dettagliata previsione per la discesa e l’atterraggio degli aeromobili sulla pista realizzata sul mare ghiacciato della Baia di Terra Nova che. Una superficie che, al termine dell’inverno antartico, può raggiungere lo spessore di circa 2,5 m. L’importanza della previsione consiste nel fatto che, in caso di condizioni di maltempo e conseguente impossibilità ad atterrare, il velivolo ha come unica alternativa quella di proseguire per altri 400 km verso sud e atterrare sulla pista della base USA di McMurdo. Infatti, oltrepassato il cosiddetto “punto di non ritorno” che si trova, a circa metà strada tra Christchurch (Nuova Zelanda) e Baia Terra Nova, il velivolo non ha più autonomia per tornare indietro e deve necessariamente atterrare “safe on ice” (sano e salvo sul ghiaccio) sul continente Antartico.

Altro oneroso impegno per i Meteorologi dell’AM è il supporto previsionistico ai mezzi terrestri che, partendo da MZS (“Mario Zucchelli Station”, come è conosciuta la base nell'ambito della cooperazione internazionale), risaliranno i ghiacciai tra le montagne alle spalle dell'insediamento muovendosi a zig-zag tra  pericolosi crepacci fino a oltre i 2500-3000 metri di quota sul plateau antartico, il grande “deserto bianco”. Da qui la carovana percorrerà un lungo percorso a tappe sino a raggiungere, dopo più o meno un mese di lenta marcia a circa 10 km/h, la base remota italo-francese di “Concordia”, sul punto cosiddetto di Dome-Charlie, per andare ad individuare nuovi punti di trivellazione per lo studio dei ghiacci più profondi e più antichi. Lo scopo della missione è quello di arricchire le conoscenze paleo-climatologiche attraverso lo studio della composizione chimica delle micro-bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio (progetto “BEYOND EPICA - OLDEST ICE”).

A tali quote le temperature oscillano tra i -30 e i -45°C, con venti forti che restituiscono una temperatura percepita fino -60 o -70°C . La visibilità può ridursi a zero per centinaia di chilometri a causa del sollevamento della finissima neve che copre la superficie o, quando il vento si placa, per giganteschi banchi di nebbia ben più estesi di tutte le pianure del nord Italia.

Baia Terra Nova, Terra Vittoria, Antartide, 15 novembre 2016 
T.Col. Christian Ajello

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Anno nuovo Effemeridi nuove

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Nell'imminenza della fine dell'anno, abbiamo pubblicato le tavole delle ‘Effemeridi Aeronautiche’ per il 2017.  Le effemeridi aeronautiche servono a conoscere l'ora del sorgere e del tramontare del sole sui vari aeroporti in modo da poter consentire un’adeguata programmazione dell'attività di volo. Nelle effemeridi pubblicate si trovano per 22 aeroporti italiani, alcuni dell’Aeronautica Militare ed altri a gestione ENAV. Nelle stesse tavole sono inoltre riportate altre informazioni astronomiche che hanno attinenza con la luminosità ambientale, ovvero le fasi lunari e gli istanti del sorgere e del tramontare della Luna che, a causa del moto di rivoluzione attorno alla Terra del nostro satellite, si possono verificare in qualsiasi momento del giorno.

Per fare un brevissimo excursus storico-linguistico, la parola effemeride significa, letteralmente, “giornale”,” libro di cronaca quotidiana” e deriva dal latino ephemerĭde e dal greco ephemerís (diario, quotidiano, effimero).  La parola, nel corso del tempo, è transitata attraverso significati più generici: registro in cui venivano raccolti giorno dopo giorno gli atti del sovrano; libro o tavola dove si riportavano annotazioni a carattere periodico; almanacco in cui, quotidianamente, si teneva traccia di osservazioni scientifiche di fenomeni naturali o avvenimenti secondo l’ordine dei tempi; ed infine, tabulati numerici relativi a dati astronomici, con coordinate e magnitudine, per ogni anno solare, degli astri sulla sfera celeste. Tramite queste tavole, intese secondo l’ultima accezione come tabulati astronomici, oltre a pianificare osservazioni, è possibile conoscere in anticipo fenomeni astrali straordinari quali le eclissi e le congiunzioni.

Infine, chi dovesse essere interessato alle informazioni per altri aeroporti e per molte altre località Italiane, può consultare la nostra pagina interattiva con le Effemeridi del Sole e della Luna.

 

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Cooperazione tra i Servizi Meteorologici dell'Aeronautica Militare e di Singapore

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Nell'ambito Piano di cooperazione bilaterale tra Italia e Repubblica di Singapore, una delegazione costituita da due Ufficiali del Servizio Meteorologico dell’A.M. in forza al Centro Operativo per la Meteorologia di Pratica di Mare (COMet) si è recentemente recata a Singapore per una serie di incontri con la controparte singaporiana, sia della Republic of Singapore Air Force (RSAF) che della Defence Science and Technology Agency (DSTA). Il tema di tale attività era lo scambio di esperienze nel settore dei sistemi di rilevamento e protezione delle infrastrutture dalle scariche elettriche.

Nel corso di incontri bilaterali precedenti era stato infatti ritenuto d’interesse per entrambe le Forze Armate uno scambio di conoscenze ed esperienze sulla protezione degli assetti, delle infrastrutture e del personale dall’elettricità atmosferica, così come lo studio dei rispettivi sistemi di individuazione e localizzazione dei fulmini. L’AM ha l’interesse ad approfondire l’uso dell’individuazione dei fulmini quale strumento predittivo per il supporto delle operazioni in fase tattica, e come ausilio per le attività dei propri Meteorological Watch Office secondo la normativa ICAO (COMet e COAMet), per l’emissione degli avvisi di sicurezza per la navigazione aerea civile e militare, denominati SIGMET ed AIRMET, nonché per l’emissione di avvisi d’aerodromo, per la protezione del personale e delle infrastrutture.

Gli incontri si sono inizialmente svolti presso la DSTA, dove i colleghi singaporiani hanno presentato le teorie di base della fulminazione e della protezione da tale fenomenologia, evidenziando gli effetti diretti e indiretti dell’elettrocuzione negli esseri viventi e nelle infrastrutture ed illustrando i loro studi e le soluzioni proposte in ambito militare. La delegazione italiana si è recata poi a far visita a un’unità operativa della RSAF presso la base aerea militare di Paya Lebar, dove l’accoglienza è stata curata dal 207° Squadron, Gruppo incaricato dei servizi Air Traffic Management (ATM) per la base. In particolare sono stati presentati e discussi i modi di rilascio del supporto meteorologico verso l’utenza operativa, ivi compreso il rischio fulmini.

La cooperazione bilaterale con Singapore, sul tema della fulminazione atmosferica e della meteorologia dei fenomeni estremi, che influenzano il volo e le attività militari in genere, è ritenuta molto utile e si è quindi concordato che nel corso del 2017 si valuteranno congiuntamente ulteriori studi ed approfondimenti sull’argomento.

Il C.O.Met. è un Ente del Comando Squadra Aerea alle dirette dipendenze della 9^ Brigata Aerea “Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance - Electronic Warfare” (ISTAR-EW), presso il sedime aeroportuale di Pratica di Mare, ed è l’articolazione operativa del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica. Fornisce il supporto ad enti e reparti della Difesa e ad altre Amministrazioni dello Stato (sulla base di accordi o convenzioni), nonché alla NATO, all’Unione Europea ed ai singoli partner internazionali.

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